Era il 1993 quando si presentò a studio da mia madre un ragazzo con una piccola cucciola di Pastore Tedesco: Diana. L’aveva portata con se dalla Germania viaggiando in un tir, poichè di mestiere faceva l’autista. A soli due mesi fece un viaggio di ore in autostrada e arrivata a Roma era come se niente fosse. Veniva da un importante allevamento tedesco e il suo vero nome era Gunda. Lui lavorava tutto il giorno ed era costretto a lasciarla a casa da sola. Cosicchè Diana da buon Pastore Tedesco abbaiava tutto il giorno, procurando lui non pochi problemi con il vicinato. Ci chiese così se potevamo trovare qualcuno a cui darla, visto che non poteva più tenerla. Noi la prendemmo in pensione e mio padre cominciò a cercare. Quando arrivò qui aveva 10 mesi ed era bellissima. Io cominciai ad affezionarmici e mio padre per divertimento iniziò ad addestrarla. La sorpresa fu quella di aver trovato, quasi per caso, un cane dall’intelligenza unica. Scoprì le sue eccezionali doti di cane da lavoro e in poco tempo Diana fu perfettamente addestrata ai livelli più alti delle gare da lavoro. Così cominciai a condurla nelle competizioni sociali che tre volte l’anno si svolgevano nel nostro centro. Insieme eravamo fortissime, anche se soprattutto i primi tempi mio padre doveva spesso intervenire per “rimetterci in riga” quando sbagliavamo. Diana faceva un attacco perfetto. Era addestrata alla difesa personale, non aveva paura di niente.