La gatta ninja e il cane morsicatore: analisi di un fatto di cronaca

Quand’è che nel comportamento animale prevale la genetica?

 

Eh si alla fine ho sentito il bisogno di dire la mia. Visto che lo stanno facendo un po’ tutti in ambito cinofilo e cinofobo. Qualche giorno fa ha cominciato a giraregatto-tara-eroe-salva-bambino-storia in rete il video della straordinaria gattona Tara che salva il bimbo di casa dall’attacco di un cane. Nonostante si tratti di una triste vicenda che vede purtroppo un bambino ferito e un cane squilibrato che già si trova in canile e probabilmente verrà soppresso, il lato positivo di tutta la storia è senza dubbio il coraggio della super gatta che si scaglia senza paura contro il cane, per salvare il piccolo. Sono due le questioni che volevo affrontare in questo articolo e riguardano le motivazioni dei comportamenti del cane e del gatto in questione. Inizio subito con il tasto più dolente, ovvero il comportamento del cane, per lasciare alla chiusura invece le riflessioni sul bellissimo gesto del gatto.

Ovviamente, passati i primi momenti di entusiasmo dove tutti d’accordo si tessevano le lodi della super gattona, ecco che l’attenzione, per forza di cose, si è spostata sul comportamento e la sorte del cane morsicatore. E subito, di nuovo, si è scatenata la polemica fra cinofobi e cinofili. Ovvero fra chi vorrebbe vederlo impiccato subito al ramo più alto e chi invece si batte in difesa dell’animale con il solito ritornello “i cani non hanno mai colpa, la colpa è solo dei padroni incompetenti”. E noi, anche stavolta, ci piazziamo proprio nel mezzo. Non perché ci piace fare i Ponzi Pilati del caso, per carità. Ma perché, la maggior parte delle volte, la verità sta sempre nel mezzo. E che ci vuoi fare.

tara-kvkf-u10301074124313nff-568x320lastampa_itPerché quel cane si è comportato così? Cosa lo ha spinto ad assumere un atteggiamento tanto aggressivo nei confronti del bambino? A tal proposito ne ho lette in questi giorni di tutti i colori. Da qualche parte qualcuno che ha veramente capito il motivo reale dell’attacco del cane c’è stato, ma da altre (la maggior parte purtroppo) si è sprofondati nel delirio puro. Ho addirittura letto la “spiegazione” di una signora Rottweiler munita che ha visto nel comportamento del cane senza dubbio un regolamento di conti. Perché, a suo avviso, chissà cosa gli avrà fatto quel bambino in passato per farlo reagire così, si sa che i bimbi a volte sono davvero maleducati e i cani si vendicano… Ahhhh che ci tocca sentire!!! Secondo la signora la colpa non era minimamente del cane ma solo dei padroni e probabilmente del bambino maleducato. Purtroppo c’è da ammettere che la maggior parte di quelli che si sono schierati “dalla parte del cane” sostengano questa affermazione. Badate bene, nessuno non si è detto profondamente dispiaciuto circa quello che è accaduto al bambino, ma quasi tutti hanno visto nella vicenda una colpa dei padroni o del bimbo stesso, non volendo per nulla ammettere al mondo che a volte esistono cani profondamente squilibrati. Non ha nessun senso parlare di “colpa del cane” perché è vero che un animale non ne ha mai in quanto non sceglie razionalmente di fare quello che fa. Lo fa punto e basta. Lo fa per istinto. E su questo siamo tutti d’accordo. Tuttavia non si può non cane-aggressivoammettere che  i cani non siano tutti uguali. E che nel mondo ce ne sono di parecchio squilibrati, purtroppo. La colpa dei proprietari c’è ed è tanta senza dubbio, poiché il cagnetto se ne stava libero in giro per i fatti suoi, ma il bimbo, che se ne stava anche lui per i fatti suoi su una bicicletta, di responsabilità proprio non ne ha. Comunque andando avanti nella lettura di commenti e messi da parte un attimo quelli più fantasiosi e fanatici mi sono soffermata sulle opinioni di persone senza dubbio più competenti e moderate con le quali però, in questo caso, non mi sono trovata d’accordo. La causa principale dell’aggressione, secondo queste persone, è da ravvisare solo ed esclusivamente in una mancata socializzazione del cane e di una cattiva gestione dello stesso da parte dei proprietari. Mi dispiace ma io non posso proprio accettare l’idea che un cane agisca in un modo tanto strano solo a causa di una mancata socializzazione. Un cane mal socializzato manifesta senza dubbio strani (e a volte anche pericolosi) atteggiamenti, ma non arriva ad un comportamento del genere. Tale comportamento è invece tipico di un cane geneticamente squilibrato. Che vuol dire? Già in precedenti articoli avevo spiegato come sul carattere del cane, rispetto a quello del bambino, influiscano molto di più i fattori genetici. Questo perché il cane domestico e le relative razze dalle quali derivano i vari meticci sono state create e selezionate artificialmente dall’uomo. E ciò, images (4)ovviamente, non è accaduto e non accade per l’essere umano, dove tutto avviene in maniera più naturale. Invece il cane domestico è stato creato dall’uomo stesso che ne ha selezionato nel tempo carattere e attitudini. Per cui esistono cani geneticamente più predisposti all’aggressività ma che se selezionati bene non manifesteranno mai problemi di squilibrio. I problemi nascono quando si selezionano male questi cani. Per casualità o errore umano. Ed è qui che possono venir fuori cani già squilibrati alla nascita. Attraverso ad esempio, l’accoppiamento di cani a caso o in consanguineità può succedere che nel tempo si selezioni una linea di cane che è sempre meno domestica e sempre più selvatica. Cani che senza l’intervento dell’uomo che controlla e gestisce determinate caratteristiche di docilità, si accoppiano andando nel tempo a perdere tutte quelle doti che li rendono domestici. Allontanandosi quindi da quello che è lo standard del cane domestico che è stato fissato artificialmente dall’uomo e tornando lentamente indietro a quello che è lo status di lupo selvatico. E questo credo sia proprio il caso del cane in questione. Un cucciolone di otto mesi che punta un bimbo di spalle in bici, si acquatta dietro una macchina, odora l’aria e parte all’attacco per mordere e sgrullare manifesta l’atteggiamento di un animale selvatico non più domestico. Non c’entra nulla la mancata socializzazione. Quel cane è già nato così. Se prendo un cucciolo equilibrato e lo tengo chiuso e isolato per otto mesi, quando lo porto in strada manifesterà senza dubbio atteggiamenti strani o impauriti (in base alla forza di carattere) ma mai e poi mai agirebbe in quel modo. Quello è un atteggiamento di attacco tipico degli animali selvatici che quel cane (come altri) possiede dentro il suo istinto. Dentro il suo dna. Avoglia te a parlare di socializzazione! Al cane che torna lupo, l’immagine di un bimbo in bicicletta scatena il folle istinto predatorio. Punto e basta. Non cerchiamo altre spiegazioni campate in aria, per favore. Si tratta solo ed esclusivamente di falle (gravi) nella selezione del cane domestico che, guarda un lupo4po’, in natura prima dell’intervento dell’uomo, non esisteva. E se l’uomo sbaglia la selezione può succedere che un bel po’ di questa domesticità vada a perdersi, lasciando spazio al ritorno al selvatico. La differenza poi fra un cane “selvatico” e un lupo selvatico è che il cane comunque discende da generazioni e generazioni di animali domestici per cui, rispetto al lupo, non ha nemmeno paura dell’uomo ed è quindi più pericoloso.

La socializzazione nel cucciolo è importantissima, ma, ahimè, in questi casi non può risolvere un problema genetico derivato da anni di errata selezione. La socializzazione utile risolve altri tipi di problemi ambientali che pure esistono fra i cani domestici ma che nulla hanno a che vedere con un episodio del genere. La maggior parte dei cinofili si diceva convinta che un cane del genere potesse essere recuperato. Purtroppo non credo invece che sia possibile. O meglio mi spiego: dipende da cosa si intende per “recuperare”. Un cane che già ad otto mesi manifesta atteggiamenti così selvatici può senza dubbio essere addestrato e messo in obbedienza ma non potrà mai perdere quell’indole. E’ come sperare che un lupo perda l’istinto della predazione. E’ semplicemente impossibile. Certo è che un bravo addestratore può prendere quel cucciolo e ottenere da lui un’obbedienza cieca, ma non potrà mai recuperarlo del tutto, semplicemente perché la genetica non si modifica. Se non si vuole sopprimere il cane protagonista di questo episodio perché in molti, compresa me, non ce la sentiamo di togliere una vita freddamente, ci si deve però rendere conto che quel cane lo si può quasi paragonare ad un animale selvatico e che quindi non potrà mai vivere in una società. Anche se sarà “recuperato” e messo in obbedienza, sarà comunque sempre potenzialmente pericoloso. E su cose di questo genere non si può rischiare. Un cane così images (1)dovrebbe vivere in canile e di lui dovrebbero occuparsi professionisti esperti. Anche se in America non funziona così e molto probabilmente quel cane sarà soppresso. Questa triste vicenda dovrebbe insegnarci a non dimenticare l’importanza che la selezione ha nel controllo del cane domestico. Ecco perché mi arrabbio tanto quando gli animalisti attaccano noi allevatori accusandoci di “commerciare vite”, perché non vogliono rendersi conto che è proprio l’assenza di selezione a produrre casi di questo genere. Senza selezione il cane lentamente ritornerà selvatico e non potrà più vivere al nostro fianco o ancor peggio si renderà protagonista di episodi del genere e sarà condannato a una vita in prigione o all’eutanasia poiché non più compatibile con la nostra società. Chi ama veramente gli animali dovrebbe riflettere un attimino su questa questione prima di vedere nella selezione solo uno strumento nazista per gonfiare portafogli. La vera selezione è tutt’altro e serve anche a salvare vite.

gattini apprendisti ninjaVeniamo ora, invece, allo straordinario gesto della gatta Tara. Cosa avrà spinto la miciona ad agire così? Solitamente si tende a pensare che i gatti si leghino di meno ai loro padroncini e che, rispetto ai cani, siano più indipendenti. Un po’ è vero, ma non sempre è così. Ci sono gatti che vivono in casa che si affezionano molto ai loro proprietari e manifestano l’affetto in svariati e spesso molto simpatici modi. Comunque senza dubbio stiamo parlando di un gatto molto coraggioso, poiché nel suon agire non ha tentennato nemmeno un secondo ed ha anche proseguito l’inseguimento dietro l’automobile. Appena visto il video non sapevo se il gatto in questione fosse maschio e femmina. Allora ho cominciato a cercare una spiegazione adatta al comportamento. Affetto verso il bimbo di casa? Difesa del territorio? Entrambe motivazioni plausibili. Poi, leggendo un articolo, ho appreso che il gatto è una bella miciona adottata dai genitori del bimbo ancor prima che questo nascesse. La gatta Tara dal primo giorno di vita del piccolo le è stata sempre vicina (tra l’altro si diceva che il bimbo abbia un lieve problema di autismo, ma la notizia sarebbe da confermare) e da sempre dorme accanto al suo letto. Da questi elementi la situazione mi è stata subito molto più chiara e mi ha fatto pensare ad un bellissimo sentimento che si chiama istinto materno.gatta con cucciolo Probabilmente la gattona non avendo mai avuto cuccioli ed avendo invece visto nascere il bimbo di casa, lo sente anche un po’ suo. Visto che ogni notte dorme accanto al suo lettino. E in natura si sa non c’è nulla di più forte di una madre che protegge i piccoli. Non mi sono stupita infatti che a compiere questo gesto sia stata una femmina, anche se comunque avrebbe potuto farlo anche un maschio, però credo che non sia affatto da sottovalutare l’importanza del sesso del gatto in relazione a questo comportamento. Comunque sia che si tratti di affetto, difesa del territorio o (la spiegazione che più mi convince) istinto materno, la gatta Tara si è resa protagonista di un salvataggio straordinario che sono sicura farà breccia anche nel cuore di tutti i gattofobi.

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