L’importanza della cultura cinofila e dell’allevamento in risposta a tutti i fanatismi ciechi che insultano ed offendono sul web (ed ora anche per strada).

Oggi vorrei mettere un attimo da parte l’ironia con cui solitamente mi piace scrivere gli articoli per affrontare un argomento che mi sta molto a cuore. E di561269_358625807588091_269220675_n fondamentale importanza per la cinofilia. State tranquilli che un po’ di ironia ce la butterò in mezzo lo stesso, perché proprio non resisto. Negli ultimi tempi si sta accendendo sempre di più (soprattutto sui social network) la polemica fra presunti “animalisti” e allevatori seri circa la questione dell’allevamento del cane di razza. Li ho chiamati “presunti” perché credo che un vero animalista che ami tutti gli animali non potrebbe mai esprimersi nei termini e nei modi che vado a raccontarvi. E’ successo che tempo fa misi su Facebook un post sponsorizzato di una nostra cucciolata di Labrador e, dopo un bel po’ di like e commenti carini, ecco arrivare alla carica i primi fanatici i quali hanno cominciato ad offendere ed insultare il nostro lavoro. Senza nemmeno conoscerci e senza sapere nulla dell’importanza di questo per la cinofilia. Allevatori di merda! Che mettete al mondo altri cani mentre a migliaia muoiono di fame! Vergognatevi! Vi auguro il peggio! Questo, il delicatissimo commento scritto dal Sig. M.C. che riassume in poche parole il succo del pensiero di questa fazione animalista. Ma i commenti sono stati anche altri e svariati. Prova a vendere tua madre, tuo figlio o tua sorella, poi mi dici come ci si sente! Oppure L’amore non si compra e non si vende! Si adotta! E ancora Siete gente orribile che specula sulla vita di esseri viventi e guadagna sulle loro spalle! E così via. Profondamente dispiaciuta nel costatare quanta gente si permetta di giudicare e prendere posizioni assolutiste senza avere un minimo di cognizione e cultura nel campo, mi sono rivolta anche a Valeria Rossi, esperta cinofila, che ha raccontato, sul suo _DOA0413-3seguitissimo sito Ti Presento Il Cane, questa storia (l’articolo si intitola provocatoriamente “Datevi fuoco allevatori di merda!”). Scrivendo un ottimo pezzo d’informazione in cui spiega benissimo i motivi per cui l’allevamento del cane di razza (quello serio) sia di fondamentale importanza per la cinofilia e per il mondo in generale. E ora provo a spiegarlo anche io, rivolgendomi ipoteticamente a tutti quelli che hanno offeso noi, il nostro lavoro e tutte le persone che, avendo una passione per una razza, hanno comprato un cane in un allevamento serio.

animalisti_fan2Girano su Facebook continuamente slogan e immagini di randagi morti sulle strade o rinchiusi in canile con sopra frasi di questo genere: Per ogni cane comprato, un altro muore per strada o in canile! Non comprare, adotta! Ora, premettendo che la scelta dell’adozione resta un gesto bellissimo e da promuovere sempre, cerchiamo di capire insieme, con razionalità e al di fuori di ogni fanatismo o verità assoluta da ripetere a pappagallo perché lo dicono le 579712_229741667143173_1731693834_nassociazioni animaliste, di chi sia veramente la colpa di tutti i cani che stanno in canile. La colpa è della gente di merda che li abbandona. Di tutti quelli che fanno accoppiare a caso il proprio cane con quello dell’amico (volutamente o per disattenzione) e che poi, siccome della cucciolata non sanno che farsene, la abbandonano per strada in un sacco. La colpa è di chi prende un cane senza informarsi sul tipo che sta prendendo e magari incappa in un cagnaro che gliene da uno squilibrato e mordace o malato, e non volendosene occupare lo molla in canile. Ma la colpa è anche di alcuni canili in cui vengono affidati cani problematici a gente che non li sa gestire e che poi al canile ce li riporta (non è la regola, certo, ma succede). E ancora la colpa è dei cagnari (profondamente differenti dagli allevatori seri) che allevano in massa o importano dall’est quantità esorbitanti di cuccioli che poi non si sa che fine faranno. Per ultimo, ma con un ruolo chiave in questo problema, la colpa è di chi specula sul randagismo, continuando a produrre randagi per riempire i canili privati ed ottenere sovvenzioni dai comuni. Soprattutto al Sud sono stati scoperti canili in cui vengono lasciati insieme branchi di maschi e femmine non sterilizzati affinché facciano cucciolate. A questi cuccioli vengono messi i chip, estratti dai corpi dei cani morti. Davvero terribile.

asslan 1Quindi noi allevatori seri, che tra l’altro riprendiamo indietro qualunque cucciolo, adulto o anziano non possa più essere tenuto nella famiglia a cui lo avevamo dato e che assicuriamo al mondo il fatto che un cane che provenga dal nostro allevamento in canile non ci finirà mai, dovremmo smettere di allevare, perché i canili sono stracolmi di cani da adottare, così che questa gente senza scrupoli possa continuare a fare questo gioco sporco. Perché non si fermeranno mai, se non si interviene dall’alto e i canili saranno sempre più pieni mentre nel frattempo, boicottando l’allevamento serio avremmo seriamente danneggiato la vera cinofilia. Convinti inconsapevolmente di aver combattuto il vero nemico, che nemico invece non era, mentre i colpevoli se la sghignazzeranno in segreto.

Ho cercato di spiegare questo concetto importante, ma c’è gente che parte in 1976894_522977287819608_407707712_n532c4cbe82d7d.jpgquarta e nemmeno ascolta. Ho ribadito a gran voce che se ci sono persone che scelgono di adottare perché si sentono più vicine a questa causa, vanno senza dubbio sostenute e appoggiate perché stanno facendo un gesto bellissimo. Ma allo stesso modo vanno sostenute e appoggiate tutte quelle persone che per diverse esigenze scelgono invece di rivolgersi ad un allevamento serio e comprare un cane di razza. Perché stanno contribuendo al mantenimento di quella razza, al lavoro che si fa affinché si possa protrarre e conservare nel tempo. Le razze canine esistono da secoli ed hanno storie antiche e lunghe alle spalle che per il bene della cultura cinofila e della storia in generale, devono essere conservate e tramandate. Altrimenti sarebbe una grandissima perdita. Immaginatevi un mondo dove non ci siano più Labrador o Boxer o qualsiasi altra razza. Sarebbe un disastro. Secoli e secoli di studi e passione buttati al vento. Perché se facessimo come dicono questi estremisti, dovremmo smettere tutti di allevare cani di razza e contemporaneamente sterilizzare tutti quelli nei canili. Ma così facendo andremmo incontro all’estinzione del cane domestico, che resterebbe affidato ai singoli privati i quali, senza conoscenza cinofila, comincerebbero ad accoppiare cani a caso, creando sempre più spesso animali fuori equilibrio, problematici e senza controlli da un punto di vista della salute. Proprio perché, senza aver studiato, magari non si sa ben vedere se un esemplare è meglio non farlo riprodurre perché squilibrato o con problemi ereditari che lo condanneranno ad una vita difficile e infelice. Il principio fondamentale dell’allevamento serio è infatti proprio questo: studiare e lavorare con passione per mantenere al meglio e migliorare tutte quelle caratteristiche del cane alle quali hanno lavorato i  nostri antenati, affinché nascano esemplari sani, equilibrati e felici che possano vivere bene nella civiltà insieme all’uomo. Probabilmente questi signori non sanno che il fondamento della selezione (parola che a loro sembra tanto brutta solo perché non ne conoscono affatto il significato) è proprio questo. Senza selezione direzionata verso la docilità del cane, nemmeno i loro meticci sarebbero cani domestici. Mi spiego meglio: gli stessi meticci che si trovano nei canili derivano da altri cani di razza che si sono incrociati più o meno volte. Più ci allontaniamo dalla selezione che l’uomo fa affinché il cane resti domestico e non ritorni lupo e più il cane si inselvatichisce. Senza la selezione degli allevatori che stanno attentissimi a conservare le caratteristiche che rendono domestico il cane e attraverso invece accoppiamenti fatti a caso, con il tempo il cane ritornerebbe ad essere più selvatico e gli stessi meticci non si filerebbero più lupo4di striscio i loro padroncini (o amici a due zampe se non vi piace il termine) perché non più domestici. Basti pensare ai  branchi di cani in Sicilia che si selezionano da soli da anni. Molti sono più vicini ad un lupo o ad un dingo che a un cane. Quindi se il meticcetto che questi signori hanno a casa, adottato dal canile è tanto buono e dolce è, mi dispiace per loro, anche merito dell’allevatore che nel tempo ha studiato, lavorato e selezionato i cani di razza da cui discende quel cane fantasia. Perché che si voglia o meno il cane domestico deve vivere nella nostra società e non può proprio perdere quelle caratteristiche di docilità che rendono possibile la nostra convivenza, altrimenti sarebbe il caos. Ma queste caratteristiche di docilità, guarda caso, non nascono sotto un cavolo. Bensì dallo studio e il lavoro di questi “orribili allevatori” che loro tanto odiano.

Ma poi arriva il fanatico più fanatico di tutti e se nesce così: E’ proprio il concetto del cane domestico ad essere sbagliato. E’ una forzatura fatta dall’uomo antropocentrico alla natura. Il cane doveva restare lupo. E mi dispiace, ma si sbagliano anche qui. La nascita del cane domestico non è affatto “una forzatura dell’uomo antropocentrico” che lo ha creato “solo per egoismo e un piacere estetico” (anche queste sono parole loro) perché secoli e secoli fa, quando abbiamo prime testimonianze di cani domestici, l’uomo di “antropocentrico” aveva davvero poco. Anzi niente. La vita all’epoca era molto dura. Sia per gli uomini che per i lupi nei boschi. L’uomo era costantemente braccato dai predatori e costretto a fuggire e a dormire con un occhio chiuso e l’altro aperto; il lupo doveva continuamente procacciarsi cibo, il che diventava molto difficile nei images (1)periodi di grande freddo. E’ successo, allora, che il lupo ha capito che restare nelle zone limitrofe agli accampamenti umani gli poteva fare comodo, per ravanare nei rifiuti e rimediare più facilmente qualcosa da mangiare; e l’uomo a sua volta ha capito che avvicinare queste creature avrebbe potuto portargli un vantaggio, per proteggere la famiglia e l’accampamento. Da questa reciproca convenienza è nato il cane domestico. Nessuna forzatura fatta dall’uomo alla natura. Solo ed esclusivamente convenienza direzionata alla sopravvivenza e alla conservazione delle specie. Nulla di più naturale. Ora mi chiedo: possiamo oggi permetterci di criticare quanto è successo secoli e secoli fa, dal calduccio delle nostre case? Possiamo dire, come molti di loro affermano, che il cane doveva restare lupo e l’uomo doveva lasciarlo stare? Criticando così i nostri antenati costretti a vite durissime, a lottare ogni giorno per la propria sopravvivenza i quali, semplicemente, si sono accorti che la vita con un cane accanto sarebbe stata più facile? Io non credo proprio. Sarebbe follia. Come racconta Piero Scanziani (grande cinofilo, giornalista e candidato per due volte al premio Nobel per la letteratura) nel libro Il Cane Utile, Senza cane, niente uomo. E’ grazie anche al cane che siamo oggi quello che siamo. Al cane che sorvegliava gli accampamenti facendo riposare il suo padrone. Al cane che lo aiutava a governare greggi sempre più grandi così da poter produrre più formaggio e latte e sfamare interi villaggi. Cosa c’è di strano in tutto questo? Di innaturale? Ma allora poi mi si dice che Ok, la nascita del cane domestico e l’inizio della selezione delle razze hanno avuto il loro scopo, ma adesso che questa selezione non serve quasi più per determinate mansioni, perché continuare ad allevarle e selezionarle? Perché fa parte della nostra storia. Rispondo io. Ma non solo: a prescindere dal fatto che l’allevamento debba continuare per amore della cultura cinofila, della storia e di una tradizione antichissima che sarebbe pura follia andare a perdere, si devono continuare ad allevare razze che hanno al giorno d’oggi un ruolo importantissimo nella nostra società. A tutte quelle persone che si sono dichiarate contrarie alla selezione delle razze perchè (ancora una volta) è una forzatura dell’uomo che gioca a fare Dio ho fatto una semplice domanda: se ti ritrovassi in difficoltà, sotto una valanga, non spereresti nell’arrivo a salvarti di un bel San Bernardo imagescon la sua borraccia? Oppure Lo sai che dopo un terremoto, un Labrador trova i dispersi sotto le macerie molto prima dell’uomo? Per tenere fede al tuo principio contrario alla selezione avresti il coraggio 1279024686076_2_cani_Sics_Tirrenodi rifiutare il suo aiuto e cavartela da solo? Per coerenza dovresti farlo. Perché, guarda un po’, il Labrador e Il San Bernardo, anche loro come la docilità, non nascono mica sotto un cavolo. Eh no, li selezionano gli allevatori. Molti non mi hanno nemmeno risposto (finite le argomentazioni?); uno solo si è avventurato in un discorso delirante (a mio avviso senza senso) sostenendo che anche lui in fondo è figlio di questo mondo e visto che in tale mondo ci sono tante cose brutte in una circostanza d’emergenza accetterebbe l’aiuto di un San Bernardo, anche se contrario alla selezione delle razze, per prendere quel poco di buono che ogni tanto la vita ci riserva. Insomma per bilanciare, dice lui. Mah! Vi pare un’argomentazione valida? A me sembra fuori di testa, come, appunto, fuori di testa mi sembra chi parte con le crociate contro la selezione delle razze. Andiamolo a dire ad un non vedente di abolire le razze. Forza, dai, chi va per primo? Sarebbe semplicemente pazzia. Non contento allora un altro fazioso mi ha detto che a questo punto avrebbe senso allevare razze esclusivamente per chi ne ha un reale bisogno. Esempio: bagnino/Labrador. E, ancora una volta, no! Perché così dicendo dovremmo abolire e fare estinguere tutti i cani da compagnia. ricetta-barboncino-622x466Tipo il Barboncino o il Bouledogue Francese, cani french_bulldog_1intelligentissimi ed eccezionali, che esistono da sempre, perché l’uomo li ha creati. E adesso che facciamo, per il capriccio di qualche animalista che da la colpa a loro per i cani in canile (e non ai veri colpevoli) li facciamo estinguere? Non vi sembra razzismo al contrario? Il Labrador deve esistere a prescindere che vada a fare il bagnino o che semplicemente vada a vivere in una famiglia che lo ha scelto come compagno di vita. E a prescindere da tutto deve esistere il Barboncino. Questa è cultura cinofila. Facile fare discorsi che sembrano tanto “avanti” tirando in ballo l’antropocentrismo, il capitalismo, l’uomo che si crede Dio e fare la figura delle persone dalla mentalità più aperta ed evoluta. Ma con la gente che la storia e l’importanza della cinofilia vera la conosce bene, cascate proprio male. Perché basta un attimo per smontare questi discorsi, tanto ma tanto superficiali, che si sciolgono come neve al sole (ci ho buttato in mezzo pure una figura retorica). Per cui, amici miei, prima di lanciarvi in crociate di questo tipo, prima di invitare gli altri a boicottare il lavoro della gente, informatevi. Leggete libri, studiate. Andate a parlare con le persone oneste che questo mestiere lo fanno da una vita e fatevi spiegare un po’ di cosette.

4456584766_659dbd1c89_oL’allevatore serio non “vende vite” come dite voi. Le persone che si rivolgono a lui non “comprano vite e l’affetto di un peloso” (scusate l’ironia ma mi viene l’orticaria quando sento questo termine). L’allevatore serio vende il suo lavoro. Punto. Vende la sua esperienza, il suo impegno e la fatica che mette a servizio di una passione, che per forza di cose deve essere per lui e la sua famiglia anche sostentamento (ahimè non si vive di aria). E il cliente compra il suo lavoro. Punto. La sua esperienza, il suo impegno e la sua fatica. Non l’affetto del peloso (mamma mia!). Il progetto dell’allevatore serio è proprio quello di andare contro il “cagnaresimo” (passatemi il termine) e alla speculazione sul randagismo. Anche perché, non varrà per tutti ma sicuro vale per noi e altri nostri colleghi, l’allevatore serio ama tutti i cani, di razza e meticci. E come può aiuta sempre anche questi ultimi. Abbiamo sempre tenuto con noi un bel po’ di trovatelli (avendo molto terreno) e aiutato come potevamo (lo facciamo tutt’ora) chiunque avesse bisogno di una mano con qualche randagio. L’allevatore si impegna anche per frenare l’ondata di cuccioli che arrivano dall’est, spesso malati, costretti a lunghissimi viaggi in camion. Ecco perché mi arrabbio tanto quando la fanatica di turno posta sotto il link dei miei cuccioli, il racconto della triste storia di un cucciolino arrivato dall’Ungheria e venduto da qualche cagnaro che è morto distop-cani-est Cimurro dopo 5 giorni e scrive che questo è quello che fa la gente che vende i cani! E’ un comportamento profondamente scorretto e fazioso. Perché questo non è certo quello che fa un allevatore serio che anzi lavora al meglio per la salute dei suoi cuccioli. Non è assolutamente vero quindi che per ogni cane comprato, uno muore in un canile lager. Muore un cane in canile ogni volta che una persona ne abbandona uno, ogni volta che qualcuno fa accoppiare cani a caso e non si prende la responsabilità della cucciolata, ogni volta che dall’alto non si fanno i giusti controlli e si lascia che in alcuni canili lager si “creino” appositamente nuovi randagi. Credo che il nuovo slogan, il vero slogan, debba essere questo.

In tutto ciò bisogna riflettere anche su un’altra questione: se davvero smettessimo di allevare cani di razza e per magia si riuscisse a svuotare tutti i canili, per avere un cane si dovrebbe contare solo sulla buona volontà di privati che fanno partorire le femmine in casa. Tralasciando tutto il discorso fatto già prima sulla conoscenza cinofila che serve per continuare a selezionare cani domestici (meticci o di razza che siano) e per stare dietro ai controlli sanitari dei cuccioli che si mettono al mondo, un conto è fare una cucciolata a casa nella vita per vivere una nuova esperienza; un conto è farne di più, perché se chiudono tutti gli allevamenti e nei canili non si trovano più cani (anche perché in canile vengono sterilizzati) la richiesta di cuccioli ai privati aumenterebbe sempre di più. E che succederebbe? I privati comincerebbero a farsi pagare i cuccioli fantasia, per un rimborso spese, per la fatica e il tempo che serve per seguire bene una cucciolata. Ecco fatto che si ricomincerebbero a “pagare vite”, con buona pace degli animalisti più accaniti. Con la differenza che nel frattempo avremo ucciso la cinofilia e avremo affidato il mantenimento del cane domestico a persone che, anche se animate da tanto “ammore”, non sono sufficientemente preparate, perché allevare non è il loro mestiere.

Mi chiedo: non è meglio lasciare che al mantenimento delle razze pensino gli allevatori seri e preparati? Poi se qualche privato ha voglia di far accoppiare i propri cani a casa va benissimo. Basta che lo faccia bene e con coscienza. Facendosi assistere da veterinari ed esperti, con la consapevolezza che poi ci si dovrà occupare dei cuccioli finchè non si sarà trovata loro una famiglia.

images1Poi il mondo per fortuna è vario, per cui ci sarà sempre gente a cui di tutto questo mio discorso cinofilo non importa nulla. Queste persone adotteranno sempre un cane in canile e continueranno a fare un bellissimo gesto. Ci saranno anche persone che magari un cane lo adottano e uno lo comprano. E persone che invece ne comprano uno per diverse esigenze, che possono essere lavorative o semplicemente perché amano un determinato tipo di cane. Questa gente ha il diritto di andarsene in giro per strada con il proprio cucciolo senza doversi sentire addosso gli occhi dei fanatici che giudicano e criticano e in alcuni casi ti fermano proprio per dirtelo anche a malo modo. Siamo ai limiti della libertà personale. In tutti e tre i casi che ho citato si sta facendo qualcosa di buono per la cinofilia. Si tratta solo di scelte diverse. Perché anche noi nella vita di tutti i giorni ci “scegliamo” in base a determinate affinità. Infatti, al di la di qualsiasi discorso più ampio e complesso, c’è da dire che nella scelta di un compagno di vita subentra anche un discorso di questo tipo. Che piaccia o meno è così. Gli esseri umani si scelgono per affinità. Scelgono il proprio compagno e i propri amici per affinità. Non è possibile imporre a qualcuno amicizie e amore (anche se su quest’ultimo punto purtroppo non è stato sempre così e in alcuni paesi non lo è ancora). La stessa identica cosa vale per la scelta di un cane. Si sceglie per affinità. C’è chi la prova con qualsiasi cane 268476_311765862274086_1933038198_nrinchiuso in canile ma anche per uno di questi in particolare, perché più sensibile a questa causa e meno appassionato alla cinofilia tradizionale. C’è chi, invece, questa affinità la prova nei confronti di una razza in particolare. Per il carattere, il temperamento o le predisposizioni di un tipo di cane rispetto ad un altro e che magari si avvicinano di più al suo modo di essere. Ma anche per un discorso di affinità estetica. E non si deve condannare nemmeno una motivazione di questo genere. Ovvio non deve essere la prima e nemmeno la più importante. Prima di tutto c’è la salute, il carattere e la compatibilità del cane con il nostro stile di vita. Ma una volta scelto in base a queste caratteristiche se lo si sceglie anche perché “ci piace” e perché “per noi è proprio bello” non c’è nulla di male. Anche nella nostra vita tendiamo alla bellezza (che è soggettiva) e ci scegliamo anche (non solo) in base a questa. Ma, ripeto, non si tratta di leggi universali, bensì di scelte individuali. Incontreremo persone che questa scelta estetica la fanno al canile e persone che invece, sempre al canile, sceglieranno solo il cane che gli sta più simpatico o che gli fa più tenerezza. Entrambi i tipi faranno qualcosa di buono per i cani in canile. Allo stesso modo incontreremo persone che sceglieranno un cane di razza di un allevamento serio per passione e amore di questa. La sceglieranno per il carattere, la compatibilità, le attività lavorative che si vorranno intraprendere. O anche per la bellezza. In tutti i casi anche queste persone stanno facendo qualcosa di buono per la cinofilia. Perché stanno contribuendo al mantenimento delle razze e alla cultura cinofilia. Con la loro scelta aiutano gli allevatori seri a continuare nello studio e nel miglioramento di razze davvero eccezionali. Ma soprattutto a continuare un lavoro che per principio va contro qualsiasi attività di maltrattamento e speculazione che possa coinvolgere in qualsiasi modo i cani. Eppure tutto questo viene profondamente confuso. E, ahimè, l’allevatore serio viene confuso troppo spesso con il cagnaro senza scrupoli che sfrutta la vita di altri esseri viventi. Così che molte persone si possano sentire in diritto di criticare, offendere e invitare la gente a boicottare il suo lavoro, senza sapere proprio nulla della sua importanza storica e culturale. Questo è un grave fenomeno di cattiva informazione, di fanatismo cieco che rischia di nuocere gravemente a tutta la cinofilia. Poi c’è sempre chi potrebbe dirmi ok prendiamo per buona l’idea di scegliere un cane di razza per affinità. Ma allora perché non prenderlo al canile, visto che ce ne sono anche lì? Messo da parte il discorso sulle diverse esigenze personali che possano spingere una persona a prendere un cane in allevamento per stare più sicura circa carattere e salute (soprattutto chi ha bambini in casa), se tutte le persone che amano una certa razza prendessero solo gli esemplari che si trovano in canile e contemporaneamente noi smettessimo di allevarla, fra un po’ di tempo, cani di quella razza (e di qualsiasi razza) non si troverebbero più nemmeno nei canili. Semplicemente sparirebbero. Per cui, come dicevano i latini, la virtù è sempre nel mezzo. C’è bisogno a questo mondo di persone che scelgano di adottare (meticci e non) e di persone che invece prendano cani di razza in allevamento, affinchè questo lavoro possa continuare per sempre. E’ giusto sensibilizzare all’adozione ma non è giusto imporla come unica scelta valida o invitare a boicottare il lavoro onesto degli altri. Se si lavora per la causa dei randagi si deve continuare a fare propaganda, ma lo si deve fare nel modo giusto. Anche perché con questo tipo di atteggiamento aggressivo e violento, che molte di queste persone manifestano, a volte si ottiene l’effetto contrario e si allontana la gente. Con l’ astio e l’ostilità si finisce solo con il mettersi contro persone che con i cani ci lavorano da una vita (allevatori seri) e che invece, se il dialogo fosse civile, potrebbero dar vita a bellissime collaborazioni con chi si occupa dei randagi. Detto ciò vorrei chiarire che come fra gli animalisti vi sono i fanatici, anche nel nostro campo esistono allevatori disonesti e poco seri e gente che compra cani solo per moda. Non sto facendo l’elogio della categoria a prescindere. Dico solo che di brave persone e onesti lavoratori ce ne sono tanti. E sono i primi ad andare contro i colleghi “cagnari” e a informare le persone sullo scegliere sempre una razza che sia adatta a noi, non seguendo le mode del momento.

bulldog_ingleseUn’altra critica che è stata mossa alla nostra categoria è quella che la selezione delle razze si sia trasformata oggi in selezione esclusivamente estetica. Così da aver accentuato talmente tanto alcuni caratteri estetici ricercati, ma allo stesso tempo dannosi, che si è finiti con il rovinare alcune razze, rese oggi infelici. Come i Bulldog con i musi troppo schiacciati che faticano a respirare e vivono poco o i Pastori Tedeschi, talmente abbassati sui posteriori da aver problemi a camminare. In questo bisogna ammettere che c’è del vero. Le degenerazioni ci sono in ogni ambito lavorativo e/o sportivo. Bisogna combatterle. E nell’ambiente cinofilo questo si fa. Tanto è vero che lo bulldog inglese, skateboard 165606standard del Bulldog è stato cambiato e la razza sta migliorando molto dal punto di vista della respirazione e della vita media e su tanti altri difetti di iper-tipo (che non si sa per quale motivo alcuni considerano pregi) si è fatto tanto (vedi cambiamento del Boxer). Ci sarà sempre chi esaspera l’estetica e crea danno. Ma, per fortuna, ci sarà sempre chi, come noi, lavora invece solo ed esclusivamente per il mantenimento e il miglioramento della razza, soprattutto per quanto riguarda la salute.

Credo di aver scritto tutto quello che c’era da scrivere. Non voglio convincere nessuno ma solo informare e far riflettere. Non sia mai qualcuno possa rivedere le proprie posizioni assolutiste e avvicinarsi ad un dialogo con noi. Ne sarei davvero felice.

    

 

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