Rottweiler aggredisce un bambino e il web si spacca a metà

“Uccideteli tutti! Queste razze sono solo assassini!” oppure “Non è mai colpa deirottweiler cani loro non c’entrano, la colpa è solo dei padroni imbecilli che non li sanno educare!”. Ecco fatto. Ci risiamo un’altra volta: il web si spacca letteralmente a metà e il buon senso, come spesso succede, va a farsi benedire. Perché il vecchio detto latino che recita “la virtù è nel mezzo” pare che ai tempi di Facebook e delle battaglie in trincea dietro alle tastiere dei pc, proprio non vada più di moda. Per cui o stai da una parte o dall’altra. Ragionare con calma e discutere opinioni differenti proprio no, non se ne parla. E così, purtroppo, un altro brutto caso di cronaca riaccende la polemica sulle “razze pericolose” e il dibattito non tarda ad arrivare. Schiere di cinofobi agguerriti si dichiarano a favore dello sterminio di massa di “tutti questi mostri” e altrettante schiere di animalisti si scagliano contro l’opposta fazione, difendendo l’innocenza di qualsiasi animale che non ha mai colpa “perché dove stavano i genitori del bambino?” oppure “probabilmente gli avrà tirato la coda e si sarà messo ad urlare”. Ok, vediamo anche in questo caso di fare chiarezza e per prima cosa riassumiamo l’accaduto. Qualche giorno fa, in provincia di Lecco, un grosso Rottweiler ha scavalcato la recinzione del giardino e ha aggredito un bimbo di due anni che era uscito con la mamma. Il piccolo è stato morso più volte ed è stato portato in condizioni critiche al Pronto Soccorso. Per fortuna, dopo un primo momento in cui si è temuto per la sua vita, il bambino è stato dichiarato fuori pericolo. Ma senza dubbio vittima di una bruttissima e pericolosissima esperienza. German-Rottweiler-Puppies-PhotosOvviamente, subito dopo, i giornali, assetati di notizie a cui poter appiccicare titoloni impressionanti, si sono scatenati a più non posso e l’effetto è quello di aver risvegliato la questione sulle razze pericolose. Questione molto delicata, da affrontare con lucidità e calma. Allora, chiunque si definisca un vero cinofilo non può che schierarsi esattamente nel mezzo delle due fazioni. Non esiste il discorso “queste razze andrebbero sterminate perché sono tutte assassine” e non esiste nemmeno “la colpa non è mai dei cani, ma è solo dei padroni che non li sanno educare o forse l’aggredito ha fatto qualcosa di sbagliato”. La verità, come sempre, sta nel mezzo. E proveremo a spiegarla. Ci sono alcune razze (definite pericolose) create dall’uomo apposta per possedere un’aggressività molto alta. Proprio per il compito a cui sono chiamati, ovvero guardia e difesa. Questa aggressività è scritta nel loro Dna, all’interno di quella che è definita “memoria di razza” e si tramanda di generazione in generazione. Stiamo parlando, quindi, di cani non facilissimi da gestire e che richiedono comunque un minimo di pratica cinofila. Ma sono anche razze eccezionali sotto molti aspetti. downloadI Pitbull, ad esempio, sono molto socievoli con l’uomo e in alcuni casi utilizzati anche nella pet-therapy. I Rottweiler (meno socievoli con l’uomo rispetto ai precedenti) sono ottimi cani da lavoro. Ma il discorso, un’altra volta, gira tutto intorno all’equilibrio. Essendo razze con un grande potenziale aggressivo è estremamente necessario che vengano allevate bene da allevatori scrupolosi ed esperti. Che escludano dalla riproduzione qualsiasi soggetto manifesti il minimo segno di squilibrio e selezionino solo linee di sangue forti e molto equilibrate. Altrimenti si creeranno esemplari problematici e ci sarà alto rischio di incappare in incidenti anche gravi. Perché se ad essere squilibrato è un barboncino, state sicuri che il pericolo non è lo stesso. Per cui punto primo: queste razze non vanno eliminate dalla faccia della terra, perché, ve lo assicuro, esistono tantissimi esemplari eccezionali, dolci ed equilibrati che, se gestiti bene, vivranno vite felici insieme agli amici a due zampe. Per cui la prima responsabilità, per evitare che queste razze finiscano nel mirino dei cinofobi e vengano additate come “da eliminare”, è degli allevatori. Che devono allevare con scrupolosità, consapevoli di trattare animali di un certo tipo. Perché è ovvio che se un privato compra un cane allevato male, che nasce già con forti squilibri caratteriali, potrà anche essere il più bravo del mondo ma non potrà avere la certezza matematica che non si verifichi mai un incidente.31321-1365976821 Un cane domestico che attacca un bambino è un cane squilibrato. Su questo non ci piove. I motivi possono essere svariati e potremo stare qui a discuterne per ore. Ma sia che provocato per qualche motivo, come urla di bambini, gesti involontari ma minacciosi, o semplicemente per uno scatto di aggressività, non è normale che un cane aggredisca un bambino, come non lo è se aggredisce un cucciolo. Nemmeno un esemplare di queste razze. Ora c’è da capire se l’aggressività squilibrata è di natura esclusivamente genetica (e quindi colpa dell’allevatore) o se invece causata da una cattiva gestione dell’animale. images (2)Troppo spesso questi cani vengono comprati da persone che non sono in grado di gestirli o, ancora peggio, da gente che vuole “il cane cattivo”. E che li incattivisce apposta, li addestra all’attacco senza un minimo di controllo, facendoli diventare delle vere e proprie armi molto pericolose. Quindi, punto secondo: la responsabilità è anche (e in maniera sostanziosa) del proprietario, che seppur si ritrova in mano un cane allevato bene, può fare grossi danni. In conclusione un cane che aggredisce un bambino nella maggior parte dei casi è già di per se un soggetto con forti squilibri caratteriali, in più se gestito male e in maniera irresponsabile da padroni incompetenti, diventa un vero e proprio pericolo. Un soggetto del genere è difficilmente recuperabile. Nel caso in questione si è già parlato di soppressione dell’animale e anche qui le polemiche si sono accese come benzina con il fuoco. E’ sempre brutto parlare di soppressione di un animale, anche perché è vero che un cane è un cane e, anche se squilibrato, non ha colpe. In quanto è l’uomo (l’allevatore) che lo ha creato così o sempre l’uomo (il proprietario) che ce lo ha fatto diventare. Sta di fatto che un animale di quella stazza, fuori controllo e senza equilibrio, potrà sempre rifare quel che ha fatto. La via più facile è quella della soppressione perché trattasi di un cane “pazzo”. La via più difficile da percorrere, che tutti preferiremmo perché qualunque cinofilo vorrebbe evitare tale soluzione il più possibile (anche se davvero difficile da attuare) è quella di affidare un esemplare pericoloso di questo tipo a strutture specializzate che lo prendano con sé per sempre, perché un cane che fa una cosa del genere non può più essere rimesso in società. l43-pitbull-120623155157_bigPer fortuna non sono tantissimi i cani irrecuperabili. Ci sono molti esemplari aggressivi e pericolosi che con un bel po’ di lavoro possono essere recuperati. Ma anche loro non potranno tornare a una vita normale, se protagonisti di episodi violenti. Potranno magari essere tenuti da persone competenti ed esperte che li occuperanno per altri lavori che poco hanno a che fare con la vita da giardinetto in città.

100847_story__cute pitbullOra giudicare quello che è accaduto a Lecco non è facile. Saremmo dovuti essere lì. C’è chi dà la colpa esclusivamente al proprietario, chi invece se la prende solo con il cane. Chi (delirando) si chiede “cosa stesse facendo la mamma” o afferma “che magari avranno fatto qualcosa di sbagliato che ha scatenato l’ira del cane”. Affermazioni del genere non sono ammissibili, perché in una società civile non può e non deve accadere una cosa del genere. Analizzando la situazione in maniera razionale, senza schierarsi fanaticamente da nessuna delle due parti si può solo concludere così: non si devono eliminare queste razze, ma vanno allevate bene e gestite solo da persone competenti (l’idea del patentino è intelligente). Il cane in questione è senza dubbio un soggetto con un forte squilibrio caratteriale. Il proprietario ha le sue (grosse) colpe; potrebbe essere un incosciente che ha anche gestito male il suo cane, incattivendolo e peggiorando la situazione. O potrebbe essere una persona incompetente che si è ritrovata per le mani un cane difficilmente gestibile. Non per questo non ha le sue responsabilità. Perché i cani non “impazziscono all’improvviso” e sicuramente qualche segnale di squilibrio l’animale lo avrà precedentemente già mostrato.rottweiler_family

Un cane che fa una cosa del genere, ovvero scavalcare la recinzione per avventarsi su un bambino che gioca, potrebbe sempre rifarlo, in qualsiasi momento. Potrebbe averlo scambiato per una preda, un gatto, un cane piccolo o semplicemente aver avuto un improvviso attacco di aggressività gratuita scattata, può darsi, a causa degli urletti di un bimbo che gioca. Detto ciò, un cane normale non lo avrebbe mai fatto. Per cui non gli si da la colpa, in quanto animale che non ha la coscienza per capire quello che sta facendo. Ma si afferma che il soggetto è fortemente squilibrato. D’altro canto non si fa di tutta l’erba un fascio, perché, per fortuna, esistono altrettanti esemplari di queste razze che con i bambini si comportano bene e in molti casi sono anche affettuosi e dolci (anche se bisogna sempre prestare attenzione al rapporto bambino/cane con qualsiasi razza e non).

Rottweiler_Un vero cinofilo, di fronte ad un caso del genere, non si schiera perciò dalla parte di chi farebbe fuori qualsiasi animale che anche vagamente assomigli a un Rottweiler e simili, ma nemmeno difende a spada tratta qualsiasi cane, pur di non ammettere che, seppur i nostri migliori amici, alle volte alcuni di loro nascono già fortemente squilibrati, destinati ad una vita difficile e in casi estremi anche alla soppressione. Per colpa di chi li alleva male, spesso in consanguineità, fregandosene altamente delle conseguenze. Come se ne fregano anche tutti quei proprietari che li comprano per moda senza avere la minima idea di come un cane del genere debba essere gestito. Anche se si ritrova fra le mani un esemplare con un buon equilibrio.

Tenendomi alla larga, come al solito, da ogni estremismo, credo che l’unica via giusta per affrontare discorsi di questo genere sia la ragione. Che, lo ribadisco, si trova sempre nel mezzo.    

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