Angelo Vaira. Ok, parliamone un’altra volta

Si è vero avevo detto che non ne avrei più parlato. Ma ci sono ricascata. Ho provato a resistere con tutte le forze, ma poi il mio sguardo è finito lì. Sul sito di Think Dog, la scuola per educatori cinofili di Angelo Vaira. E così, dopo essermi letta tutto, ho sentito il dovere di dire la mia. Non è che mi faccia impazzire l’idea di invorticarmi in polemiche infinite con i miei “colleghi”, ma d’altronde, se tengo un blog di cultura cinofila (quella vera) è mio dovere discutere la questione. Vaira ha creato dal nulla un intero mondo di para-cinofilia (possiamo definirla così?) e grazie alle sue straordinarie doti di marketing, ha diffuso questo nuovo verbo in tutta Italia. Dalla tv, ai giornali, dalla rete alle librerie. Ha messo su un impero che sforna più di 200 educatori cinofili all’anno. E già questa la dovrebbe dire lunga. Duecento educatori cinofili all’anno??? Se si consulta il sito Think Dog si scopre che i “Vairini” sono dappertutto. dog_working_on_laptop-300x199Ce ne sono a bizzeffe in ogni città. Tutti esperti educatori, in grado di risolvere qualunque problema comportamentale di qualsiasi cane (o se non sono in grado si rivolgono direttamente a lui, il grande capo). Ma allora, mi chiedo, tutti quegli addestratori che per anni e anni si sono fatti il mazzo sui campi infangati a prendere morsi e combattere con cani incontenibili che l’hanno fatto a fare? Se era così facile diventare un educatore ce lo potevano dire subito, no? Un corso di qualche mese in cui a tanta ma tanta teoria si abbina qualche lezioncina pratica ed ecco che si può già iniziare a lavorare. Poveri stupidi, gli addestratori antichi che credono ancora che per conoscere bene i cani bisogni passare almeno un paio d’anni su un vero campo di lavoro. E poi forse ci si comincia a capire qualcosa. Invece no. Nell’Università del Sig. Vaira, più precisamente Istituto di Zooantropologia applicata (che detta così sembra una roba veramente figa) si segue un vero e proprio percorso di studi fatto di corsi accademici di qualche mese, stage, master, corsi di approfondimento, workshop di due giorni, weekend intensivi, full immertion e così via. Un esercito di corsi pronti e impacchettati da vendere a chiunque sia interessato, sui più svariati argomenti: dal clicker coaching, al corso per imparare a capire il linguaggio segreto del cane; dal corso per imparare a gestire le classi di socializzazione e i boot camp (e qui mi viene già da ridere perchè si mascherano concetti semplicissimi dietro terminologie internazionali e pretenziose, ma va beh, in un video l’ho addirittura sentito dire che era in “rapport” con il cane) al corso per dirigere le classi di bambini e cani etc.. Per cui si entra all’università Think Dog per “vedere il mondo da un’altra prospettiva, quella del cane” e prima si diventa Operatore cinofilo, il livello base (per capirci quello che porta a spasso i cani). E si paga. Poi Educatore Cinofilo, il secondo livello (quello che educa i cani e risolve problemi di gestione). E si paga un’altra volta. Poi si diventa Istruttore Cinofilo, il terzo livello (quello che trasmette agli altri tutto il proprio sapere, per “influenzare il mondo in meglio”). E si paga ancora, un’altra volta. Ma non è finita qui: si devono seguire continuamente Master di aggiornamento (e quelli pure, guarda un po’, si pagano) e, se ci si vuole dedicare al recupero di cani problematici, bisogna fare pure il Corso Riabilitatori. Che dite si pagherà anche questo? Il tutto con una grande promessa (e qua ho fatto davvero fatica a trattenere le risate): “In pochi mesi sei già operativo, così puoi rientrare delle spese per i corsi e cominciare a guadagnare da subito”. Parola di Think Dog. E io sottolineo: in pochi mesi sei già operativo??? Ma come cavolo si fa a pensare che con qualche mese di corso uno possa davvero iniziare un mestiere come questo? Ma come si fa a prendere in giro la gente in questo modo? Ragazzi che magari ci credono sul serio, spinti da buonissime intenzioni, in un periodo di crisi come questo? Ma soprattutto, stiamo parlando di un mestiere difficile, in cui c’è bisogno di tanta esperienza e pratica. Come si può far credere alla gente che dopo qualche piccolo corso si è in grado di risolvere problemi comportamentali di cani di ogni tipo? Stiamo scherzando? Ma poi, se continuano a sfornare più di 200 educatori l’anno, dove sta tutto questo lavoro? E in media un percorso nella scuola Think Dog costa 5000 euro. Bah.Angelo-vaira

Eppure la scuola di Angelo Vaira prende sempre più piede, spinta a più non posso dai media che, paraculi, hanno appoggiato la causa del “buonismo cinofilo” che oggi va tanto di moda. Dando un’occhiata veloce al sito si capisce da subito come tutto sia solo un’operazione di marketing. Tante parolone, zero sostanza. In ogni pagina fiumi e fiumi di parole vuote, che non dicono assolutamente niente. Nessun consiglio concreto. Perché, dicono i Think Dog addicted, nella loro scuola non si lavora sul concetto di problema-soluzione, bensì su un percorso più lungo e approfondito che mira a migliorare la relazione uomo-cane. Un metodo che spinge il proprietario a lavorare sulle capacità cognitive del proprio amico e sui suoi modi di apprendimento. Per ritrovare la serenità perduta, eliminare lo stress e approcciare all’educazione in un modo completamente diverso. Vi assicuro che detti, ridetti e rigirati in ottomila modi possibili (grazie a grandi capacità di comunicazione sociale e PNL) i concetti di questa scuola sono solo questi. Abbiamo scoperto l’acqua calda. Il cane deve essere ricompensato quando fa una cosa giusta attraverso il rinforzo positivo. Ma va! Ci voleva l’intervento di Vaira per donare al mondo questa conoscenza. Tra l’altro lui, che insieme a tutte le scuole gentiliste si appropriano del concetto di rinforzo positivo come se l’avessero scoperto loro, non sanno che gli addestratori bravi lo utilizzano già da secoli! Ma lasciamo stare. Il cane tira al guinzaglio? Dobbiamo dedicargli più tempo, portarlo più spesso fuori e a correre. Ma va? Grazie per averci illuminato. Il cane è stressato? Trovate uno stimolo che lo distragga e lo faccia concentrare su altro. Oh cavolo, questa proprio non la sapevamo! Sta di fatto che se il Sig. Vaira si limitasse a questo, non ci sarebbe in fondo nulla di male. Ognuno lavora per se, con i suoi metodi e tutti contenti. Ma quando fresco fresco arriva e comincia un vero e proprio bombardamento mediatico contro tutta la categoria degli addestratori, accostandoli continuamente e ripetutamente a parole come “violenza”, “coercizione”, “cattiveria”, “strangolamenti” etc.. allora ci sta pure che faccia giare le scatole a qualcuno. download (1)Magari un professionista vero che lavora e conosce i cani veri (non i peluche delle sue dimostrazioni) che il Sig. Vaira non ha mai visto lavorare e che si limita esplicitamente a sputtanare a vanvera, per ingrassare ancora di più le sue tasche (concorrenza molto sleale). Il Sig. Vaira, dall’alto del suo atteggiamento presuntuoso e arrogante, ha anche avuto il coraggio di affermare di essere l’inventore delle “classi di socializzazione”. Sul sito si ribadisce in continuazione che questa invenzione (ce ne sono anche altre a marchio registrato addirittura) è il fiore all’occhiello della sua scuola. Forse non lo sa che quando ancora non era nato già in tantissimi campi di addestramento si facevano lezioni di gruppo con 10-15 cani tutti insieme. Ma vabbè, se dice che le ha inventate lui, ci crediamo. E poi c’è davvero così bisogno di parlare di “Boot Camp”? Di Mobility Dog? Di parlare continuamente per slogan? “ascolta il tuo cane”, “rendi il mondo un posto migliore”. Di seguire corsi che partono dal “laboratorio di comunicazione empatica” al “laboratorio esperenziale 1,2”; dal “Puppy expert operator” al “Pet coaching & Leadership”. Ma soprattutto, tolti tutti i vari coaching, leadership, rapport, la sostanza dove sta? Cosa ha dimostrato Angelo Vaira fino ad ora? Ha mai mostrato un video in cui lavora con un cane aggressivo? Un cane pericoloso? Ha mai fatto vedere come insegna a camminare bene al guinzaglio ad un cane iper eccitato, grosso e magari anche cattivo con gli altri cani? Ve lo dico io. Mai. I suoi video, presentano solo cagnetti tranquilli e bonaccioni che non avrebbero nemmeno bisogno di essere educati. Leggevo l’altro giorno un articolo sul sito di Valeria Rossi, una cinofila vera e molto brava, con la quale anche se non siamo sempre d’accordo su tutto, mi trovo molto in sintonia, una riflessione in cui giustamente si chiedeva come mai, se il Sig. Vaira è così convinto di poter risolvere qualsiasi tipo di problema con qualsiasi tipo di cane con i suoi metodi “buonssimi”, non l’abbia ancora fatto vedere. Perché, visto che viene costantemente attaccato su questo argomento da tutti i cinofili veri, non ha ancora messo i cartelloni in giro? O pubblicato un’infinità di video su youtube? Per dimostrarci che stiamo sbagliando e che lui ha scoperto veramente qualcosa di innovativo? E invece tutto tace. 22451231_cambio-cane-venerd-su-fox-life-con-il-dog-coach-angelo-vaira-due-famiglie-che-chiedono-aiuto-0Nei video che si vedono online firmati da Think Dog, possiamo vedere come si insegna a camminare in passeggiata ad un Golden Retriever che dorme in piedi, con immancabile pettorina e guinzaglio lungo (che non smetterò mai di ripetere è vietato dalla legge) oppure come si risolve il problema di un Border Collie che abbaia come un pazzo sul terrazzo, insegnandogli a salire in auto a comando. E qui vi chiederete: che c’entra? Infatti me lo chiedo pure io. Ma questa è un’altra storia. La storia di un’altra trovata meravigliosa: quella del Pet coaching. E qui davvero siamo alla fantascienza. Dopo aver frequentato laboratori di comunicazione empatica, di etologia e medicina, di educazione mentale ed essere diventato anche un Puppy Expert in grado di andare a spiegare (dopo qualche mesetto di corso) agli allevatori che fanno questo mestiere da sempre, come si devono gestire i cuccioli nel modo giusto (e prendersi una bella risata in faccia aggiungo io) siamo pronti per diventare Pet Coach. Piccola parentesi: ma con quale presunzione si può mandare un ragazzetto appena uscito da un mini corso a dare lezioni ad un allevatore esperto? (parlo sempre di allevatori bravi ovvio). Ma non dovrebbe essere il contrario? Un giorno mi arrivò una mail da  quattro educatori Think Dog che si proponevano di venire a farci delle lezioni in allevamento. E che avrebbero anche “praticato dei massaggi al ventre delle fattrici incinte per far nascere cuccioli più tranquilli”. Che dire. Nemmeno gli ho risposto.images

Comunque perché limitarci a educare un cane? Perché restare legati al concetto antico di regole? Macchè. Arrivano i Pet Coah che ribaltano tutte queste nostre certezze. Il cane ha livelli cognitivi che neanche ce lo immaginiamo. Non bisogna addestrarli e renderli dei soldatini al nostro fianco. Si deve creare un rapporto empatico con loro. Attraverso l’approccio cognitivo-relazionale. Il cane fa qualcosa di sbagliato? Non bisogna imporsi. Significa che non è ancora pronto. Non fissiamoci sul problema, lavoriamo sul rapporto. Sulla serenità. Se siamo bravi vedrete che il miglioramento verrà da solo. Il cane sarà ad un certo punto in grado di capire da solo quale sia il comportamento corretto da assumere. C’è bisogno di dire altro? No perché la presentazione del corso sul Pdf dura 10 pagine. Il cane non torna al richiamo? Si vede che non ha finito di esplorare il mondo. Non imponiamo ordini al nostro cane nel momento sbagliato. Aspettiamo quello giusto e vedrete che il cane tornerà da sé. Tanto non c’è il pericolo che vada sotto una macchina, che faccia male a qualcuno (se aggressivo) o che si faccia male (se incontra un nemico feroce). No, state tranquilli. Ah, per tornare al discorso del Border Collie. Il concetto di Vaira è questo: il problema del cane è l’abbaio, noi non lavoreremo su questo. Lavoreremo in generale sul suo autocontrollo (salire in macchina con calma). Con il tempo vedrete che il cane acquisirà l’autocontrollo desiderato, si calmerà e capirà da solo che non deve più abbaiare. Abbiamo lavorato sui livelli cognitivi. Ma secondo voi, si può credere a una tale boiata? Il problema è che se si limitasse a dire qualche cavolata in tv, lo si potrebbe lasciar stare. Ma siccome si permette di buttare fango su tutta la concorrenza (che non riconosce i suoi metodi) e con i suoi consigli privi di validità pratica rischia di far anche grossi danni, credo proprio sia il caso di metterci un freno. E cominciare a dire la nostra. Dimenticavo: sapete quanto costa questo corso? 2.656 euro. Poi ci sono gli altri. Il corso per riabilitatori comportamentali in cui si affrontano “fobie, sindromi ansioso depressive e disturbi compulsivi” e si impara a “lavorare con iperattività e disturbi dell’umore”. La cosa che più mi ha fatto ridere, poi, è che quando questi signori si trovano di fronte ad un cane vero, forte e con un temperamento altissimo, lo classificano come ipercinetico o addirittura squilibrato. Perché non sanno come gestirlo. Quando invece non si rendono conto di aver di fronte un soggetto dal carattere eccezionale. E allora, quando proprio non se ne esce che si fa con questi cagnacci ipercinietici? Psicofarmaci. O al massimo un po’ di gocce di fiori di Bach, per cominciare. Signori i cani non sono uomini. Non ce lo scordiamo. Per cui smettiamola di attribuirgli tutto il vocabolario (giustissimo per l’uomo) della psichiatria umana. La mente del cane, per quanto eccellente e straordinaria, è una mente animale. Perciò diversa. Non confondiamo le cose altrimenti si fanno dei gran casini.images (1)

Ps. Quando il Sig. Vaira, tronfio e impettito nei suoi tutorial, volge lo sguardo in macchina che con una lenta zoomatta stringe sul suo primissimo piano afferma che “chiunque usi il collare a strangolo non è un bravo addestratore ma solo un incompetente da cui stare alla larga che usa uno strumento di tortura” commette un grave atto di disinformazione e concorrenza molto ma molto sleale. Ovviamente non essendo lui un bravo addestratore ha dovuto trovare il modo di imporsi nell’ambiente cinofilo inventandosi di sana pianta un nuovo metodo e demonizzando un po’ alla volta, con un lavoro certosino, il lavoro dei veri professionisti. Purtroppo, essendoci in mezzo ai professionisti anche tanti incompetenti che non sanno lavorare bene, per chi si affaccia oggi al mondo della cinofilia, se si incontra l’addestratore sbagliato si finisce con il dare ragione a Vaira. Ma per fortuna esistono tanti addestratori molto in gamba, che potrebbero spiegare al signorino come il “collare a strangolo” che non si chiama così ma “collare a scorrimento o di sicurezza” non è uno strumento di tortura bensì un semplice strumento di controllo che ti permette di salvarti la vita. Un bravo addestratore sa usarlo bene e non ci strangola nessun cane. Lo usa come strumento per contenere cani pericolosi e gestire cani difficili (anche buoni ma incontenibili). Ma siccome sono convinta che il signorino non ne abbia mai preso in mano uno non credo sappia di che cosa stia parlando. A lui basta usare la parola “strangolo” guardando fisso in macchina per spaventare la gente e ottenere il suo scopo. Quanto di più scorretto si possa fare. 

P.p.s. Dedicheremo un capitolo anche all’argomento “collare a strangolo” che ripeto si chiama “a scorrimento o di sicurezza”. Per fare un po’ di vera informazione cinofila.

 

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