Si è vero avevo detto che non ne avrei più parlato. Ma ci sono ricascata. Ho provato a resistere con tutte le forze, ma poi il mio sguardo è finito lì. Sul sito di Think Dog, la scuola per educatori cinofili di Angelo Vaira. E così, dopo essermi letta tutto, ho sentito il dovere di dire la mia. Non è che mi faccia impazzire l’idea di invorticarmi in polemiche infinite con i miei “colleghi”, ma d’altronde, se tengo un blog di cultura cinofila (quella vera) è mio dovere discutere la questione. Vaira ha creato dal nulla un intero mondo di para-cinofilia (possiamo definirla così?) e grazie alle sue straordinarie doti di marketing, ha diffuso questo nuovo verbo in tutta Italia. Dalla tv, ai giornali, dalla rete alle librerie. Ha messo su un impero che sforna più di 200 educatori cinofili all’anno. E già questa la dovrebbe dire lunga. Duecento educatori cinofili all’anno??? Se si consulta il sito Think Dog si scopre che i “Vairini” sono dappertutto.
Eppure la scuola di Angelo Vaira prende sempre più piede, spinta a più non posso dai media che, paraculi, hanno appoggiato la causa del “buonismo cinofilo” che oggi va tanto di moda. Dando un’occhiata veloce al sito si capisce da subito come tutto sia solo un’operazione di marketing. Tante parolone, zero sostanza. In ogni pagina fiumi e fiumi di parole vuote, che non dicono assolutamente niente. Nessun consiglio concreto. Perché, dicono i Think Dog addicted, nella loro scuola non si lavora sul concetto di problema-soluzione, bensì su un percorso più lungo e approfondito che mira a migliorare la relazione uomo-cane. Un metodo che spinge il proprietario a lavorare sulle capacità cognitive del proprio amico e sui suoi modi di apprendimento. Per ritrovare la serenità perduta, eliminare lo stress e approcciare all’educazione in un modo completamente diverso. Vi assicuro che detti, ridetti e rigirati in ottomila modi possibili (grazie a grandi capacità di comunicazione sociale e PNL) i concetti di questa scuola sono solo questi. Abbiamo scoperto l’acqua calda. Il cane deve essere ricompensato quando fa una cosa giusta attraverso il rinforzo positivo. Ma va! Ci voleva l’intervento di Vaira per donare al mondo questa conoscenza. Tra l’altro lui, che insieme a tutte le scuole gentiliste si appropriano del concetto di rinforzo positivo come se l’avessero scoperto loro, non sanno che gli addestratori bravi lo utilizzano già da secoli! Ma lasciamo stare. Il cane tira al guinzaglio? Dobbiamo dedicargli più tempo, portarlo più spesso fuori e a correre. Ma va? Grazie per averci illuminato. Il cane è stressato? Trovate uno stimolo che lo distragga e lo faccia concentrare su altro. Oh cavolo, questa proprio non la sapevamo! Sta di fatto che se il Sig. Vaira si limitasse a questo, non ci sarebbe in fondo nulla di male. Ognuno lavora per se, con i suoi metodi e tutti contenti. Ma quando fresco fresco arriva e comincia un vero e proprio bombardamento mediatico contro tutta la categoria degli addestratori, accostandoli continuamente e ripetutamente a parole come “violenza”, “coercizione”, “cattiveria”, “strangolamenti” etc.. allora ci sta pure che faccia giare le scatole a qualcuno.
Comunque perché limitarci a educare un cane? Perché restare legati al concetto antico di regole? Macchè. Arrivano i Pet Coah che ribaltano tutte queste nostre certezze. Il cane ha livelli cognitivi che neanche ce lo immaginiamo. Non bisogna addestrarli e renderli dei soldatini al nostro fianco. Si deve creare un rapporto empatico con loro. Attraverso l’approccio cognitivo-relazionale. Il cane fa qualcosa di sbagliato? Non bisogna imporsi. Significa che non è ancora pronto. Non fissiamoci sul problema, lavoriamo sul rapporto. Sulla serenità. Se siamo bravi vedrete che il miglioramento verrà da solo. Il cane sarà ad un certo punto in grado di capire da solo quale sia il comportamento corretto da assumere. C’è bisogno di dire altro? No perché la presentazione del corso sul Pdf dura 10 pagine. Il cane non torna al richiamo? Si vede che non ha finito di esplorare il mondo. Non imponiamo ordini al nostro cane nel momento sbagliato. Aspettiamo quello giusto e vedrete che il cane tornerà da sé. Tanto non c’è il pericolo che vada sotto una macchina, che faccia male a qualcuno (se aggressivo) o che si faccia male (se incontra un nemico feroce). No, state tranquilli. Ah, per tornare al discorso del Border Collie. Il concetto di Vaira è questo: il problema del cane è l’abbaio, noi non lavoreremo su questo. Lavoreremo in generale sul suo autocontrollo (salire in macchina con calma). Con il tempo vedrete che il cane acquisirà l’autocontrollo desiderato, si calmerà e capirà da solo che non deve più abbaiare. Abbiamo lavorato sui livelli cognitivi. Ma secondo voi, si può credere a una tale boiata? Il problema è che se si limitasse a dire qualche cavolata in tv, lo si potrebbe lasciar stare. Ma siccome si permette di buttare fango su tutta la concorrenza (che non riconosce i suoi metodi) e con i suoi consigli privi di validità pratica rischia di far anche grossi danni, credo proprio sia il caso di metterci un freno. E cominciare a dire la nostra. Dimenticavo: sapete quanto costa questo corso? 2.656 euro. Poi ci sono gli altri. Il corso per riabilitatori comportamentali in cui si affrontano “fobie, sindromi ansioso depressive e disturbi compulsivi” e si impara a “lavorare con iperattività e disturbi dell’umore”. La cosa che più mi ha fatto ridere, poi, è che quando questi signori si trovano di fronte ad un cane vero, forte e con un temperamento altissimo, lo classificano come ipercinetico o addirittura squilibrato. Perché non sanno come gestirlo. Quando invece non si rendono conto di aver di fronte un soggetto dal carattere eccezionale. E allora, quando proprio non se ne esce che si fa con questi cagnacci ipercinietici? Psicofarmaci. O al massimo un po’ di gocce di fiori di Bach, per cominciare. Signori i cani non sono uomini. Non ce lo scordiamo. Per cui smettiamola di attribuirgli tutto il vocabolario (giustissimo per l’uomo) della psichiatria umana. La mente del cane, per quanto eccellente e straordinaria, è una mente animale. Perciò diversa. Non confondiamo le cose altrimenti si fanno dei gran casini.
Ps. Quando il Sig. Vaira, tronfio e impettito nei suoi tutorial, volge lo sguardo in macchina che con una lenta zoomatta stringe sul suo primissimo piano afferma che “chiunque usi il collare a strangolo non è un bravo addestratore ma solo un incompetente da cui stare alla larga che usa uno strumento di tortura” commette un grave atto di disinformazione e concorrenza molto ma molto sleale. Ovviamente non essendo lui un bravo addestratore ha dovuto trovare il modo di imporsi nell’ambiente cinofilo inventandosi di sana pianta un nuovo metodo e demonizzando un po’ alla volta, con un lavoro certosino, il lavoro dei veri professionisti. Purtroppo, essendoci in mezzo ai professionisti anche tanti incompetenti che non sanno lavorare bene, per chi si affaccia oggi al mondo della cinofilia, se si incontra l’addestratore sbagliato si finisce con il dare ragione a Vaira. Ma per fortuna esistono tanti addestratori molto in gamba, che potrebbero spiegare al signorino come il “collare a strangolo” che non si chiama così ma “collare a scorrimento o di sicurezza” non è uno strumento di tortura bensì un semplice strumento di controllo che ti permette di salvarti la vita. Un bravo addestratore sa usarlo bene e non ci strangola nessun cane. Lo usa come strumento per contenere cani pericolosi e gestire cani difficili (anche buoni ma incontenibili). Ma siccome sono convinta che il signorino non ne abbia mai preso in mano uno non credo sappia di che cosa stia parlando. A lui basta usare la parola “strangolo” guardando fisso in macchina per spaventare la gente e ottenere il suo scopo. Quanto di più scorretto si possa fare.
P.p.s. Dedicheremo un capitolo anche all’argomento “collare a strangolo” che ripeto si chiama “a scorrimento o di sicurezza”. Per fare un po’ di vera informazione cinofila.